Auto Mutuo Aiuto
L’Associazione A.M.A. Auto Mutuo Aiuto Ceprano e provincia di Frosinone, nata nel 2008 a tre anni dalla morte per suicidio di Luigi Lombardi di soli 16 anni e si occupa di:
- Prevenzione del suicidio giovanile
- Sostegno alle famiglie per l’elaborazione del lutto
- Formazione di volontari
- Organizzazione di gruppi di auto mutuo aiuto, convegni e seminari
L’ Associazione si avvale della collaborazione di istituzioni, scuole e famiglie.Stefania Casavecchia, madre di Luigi, dopo aver conosciuto Antonio Loperfido che le fece conoscere la realtà dell’auto mutuo aiuto e l'importanza dei gruppi di Auto Mutuo Aiuto.
Che cosa sono i gruppi di Auto Mutuo Aiuto?
Un momento d'incontro tra persone, singole, in coppia o famiglie, unite da uno stesso problema (dipendenza, stato di bisogno, difficoltà in generale o condizione di vita), per rompere l'isolamento, per raccontarsi le proprie esperienze di vita (gioiose o dolorose), per scambiarsi informazioni e soluzioni, per condividere sofferenze e conquiste con l'obiettivo di riscoprirsi risorsa, non solo per sé, ma per l'intera collettività (S. Bertoldi).
Quali sono le caratteristiche dei gruppi di Auto Mutuo Aiuto?
Il gruppo è un insieme di persone che hanno scelto volontariamente e in autonomia di trovarsi alla pari, intorno a un tema o problema comune, nel desiderio di affrontarlo insieme agli altri. Nel gruppo A.M.A. si condividono esperienze, vissuti, risorse, informazioni e strategie di soluzioni, scoprendosi risorsa per sé, per i compagni di gruppo e per l’intera comunità. I gruppi di Auto Mutuo Aiuto sono formati da poche persone, da un minimo di 4-5 a un massimo di 12. Possono partecipare al gruppo anche i familiari della persona interessata.
Caratteristiche:
- Condividono le proprietà dei piccoli gruppi: un numero ristretto di partecipanti (solitamente 8-10 persone) facilita l’interazione tra i soggetti, l’espressione dei sentimenti, la nascita e lo sviluppo di amicizie e relazioni profonde.
- Sono centrati su un problema e organizzati in relazione a specifici problemi.
- I membri del gruppo tendono a essere dei pari: è il fatto di vivere, o di aver vissuto una stessa condizione, che definisce l’appartenenza al gruppo.
- Condividono obiettivi comuni, l’azione è azione di gruppo: l’energia e la forza che il gruppo è in grado di esprimere, sono sicuramente maggiori e più significative delle possibilità che ogni singolo partecipante ha a disposizione per la soluzione del problema.
- Aiutare gli altri è una norma espressa dal gruppo: ognuno, con la propria esperienza e competenza, attraverso il confronto e la condivisione, trae aiuto per sé e per gli altri.
- Il potere e la leadership: ogni decisione, cambiamento, regola vengono formulate, discusse e accettate democraticamente.
- La comunicazione è di tipo ‘orizzontale’: non ci sono modelli strutturati di comunicazione. Ognuno esprime liberamente il proprio pensiero, rispettando gli altri e senza accentrare su di sé l’attenzione.
- Il coinvolgimento è personale: ogni persona decide autonomamente se e come prendere parte al gruppo. Non è una decisione imposta da altri. Partecipare volontariamente al gruppo aumenta la sicurezza nelle proprie capacità di scelta.
- La responsabilità è personale: ogni persona è protagonista del cambiamento che vuole ottenere, la persona stessa è la prima risorsa per sé e per il gruppo.
- L’orientamento è all’azione: le persone imparano e cambiano facendo. Uno degli scopi dei gruppi è quello di sperimentare nuovi stili di vita e di comportamento, nuovi modi di sentire e trasmettere i propri vissuti. Attraverso gli sforzi e i successi conseguiti e riconosciuti dal gruppo, la persona ha la possibilità concreta di aumentare la propria autostima e di credere nelle proprie risorse.
Chi è il facilitatore?
Ogni gruppo è facilitato da una persona che ha svolto una formazione presso l’Associazione A.M.A. su questo ruolo. Nella sezione “formazione” potete ricevere informazioni e i programmi dei prossimi corsi.
Il compito del facilitatore è di aiutare l’instaurarsi di un clima sereno e di fiducia, nel quale l’esperienza di scambio profondo può servire a far riscoprire ai partecipanti strumenti e strategie diverse per far fronte al proprio dolore, divenendo così un aiuto importante non solo per sé stessi, ma per l’intero gruppo.
Caratteristiche del facilitatore dovrebbe avere:
- Avere fiducia nelle possibilità intrinseche del gruppo di crescere.
- Avere fiducia nei singoli membri del gruppo e nelle loro potenzialità.
- Saper ascoltare e far si che le persone si ascoltino.
- Essere empatico e promuovere l’empatia tra i partecipanti.
- Essere ‘accettante’, non giudicare e promuovere nei partecipanti atteggiamenti, comportamenti, linguaggio non giudicanti.
- Deve aver raggiunto un certo grado di adattamento rispetto al problema specifico, ed essere in grado di parlare delle sue esperienze personali.
- Preferisce essere ‘testimone’ piuttosto che ‘maestro’.
Il facilitatore aiuta a:
- Creare un clima amicale e di fiducia.
- Far sì che le persone si sentano a proprio agio senza timore di giudizio e di critiche
- Dare la possibilità alle persone di ricevere incoraggiamento sia con le parole, sia con i gesti.
- Dare alle persone il riconoscimento per quanto sono riuscite a fare.
- Promuovere un clima di speranza realistica.
- Favorire l’ascolto della varietà di soluzioni attuate dalle persone che quotidianamente affrontano situazioni simili.
- Favorire la percezione che le esperienze di ciascuno sono straordinariamente importanti.
Aiuta e sostieni la nostra associazione, abbiamo bisogno di te.
Fai una donazione! Dona